KATA

Kata e Bunkai

Il termine “Kata” significa “forma”, “archetipo”, ovvero ciò che rappresenta un modello antico fondamentale contenente i propri codici essenziali di strutturazione. Il Kata, grazie ai suoi articolati e profondi simbolismi accessibili per diversi gradi di consapevolezza e competenza del praticante, contiene in sé il concentrato del tempo e della storia del Karate: molto probabilmente, infatti, nelle “forme” i grandi Maestri concentravano e condensavano le esperienze combattive di un’intera vita e le consegnavano come pacchetto di informazioni al loro primo discepolo che le tramandava, a sua volta, ai suoi successori. Purtroppo tali conoscenze antiche e universali sono state tramandate da Maestro ad allievo non tanto a mezzo di principi scientifico-metodologici, ma attraverso la via del corpo, per cui oggi esistono differenti stili di codificazione in quanto, nella tradizione storica, il Maestro, fondatore di una scuola, consegnava la propria esperienza nello spirito e nelle forme grazie ad alcuni Kata particolarmente significativi.

Definizione di kata su base informatica secondo la moderna teoria dei sistemi:

Il Kata è un combattimento immaginario-codificato-simulato, concepito come struttura sistemica, più o meno complessa di gestualità comunicativa densa di significati, che fonda la propria armonia intrinseca ed espressiva sulle scansioni spazio-temporali dei ritmi esecutivi in funzione di prestabilite finalità combattive.”

La pratica del kata è fondata sull’esecuzione di strutture motorie preordinate sulla base di stereotipi dinamici opportunamente assemblati. Si tratta di un esercizio di tipo compositorio valutabile sotto il profilo del significato qualitativo che impegna prioritariamente le capacità propriocettive dell’individuo. 
La qualità primaria che un esecutore di kata deve comunicare è quella di interpretare un combattimento, seppur simulato, contro avversari immaginari e all’interno di una forma preordinata, in cui sia presente lo spirito dello ZANSHIN, ossia lo stato di prontezza e di elevata carica attentiva che deve caratterizzare anche le circostanze di calma apparente. 
La spettacolarità di un kata sta nella sua massima espressione e nella ottimale estrinsecazione della sua essenza, ovvero dal fatto di essere globalmente e intensamente significativa sotto il profilo della marzialità, rivelando e rispecchiando in modo ottimale l’identità della disciplina che rappresenta.

Le caratteristiche che qualificano un kata sono:


- codificazione posturale;
- codificazione finalizzata del gesto tecnico 
(attacchi e parate);
- codificazione dei ritmi (scansioni temporali) basata 
sul significato del gesto motorio; 
- armonia di struttura;
- dosata complessità globale;
- versatilità tecnico gestuale (bilateralità, simmetria);
- equilibrio di impegno motorio (fasi acrobatiche non inflazionate);
- alto livello tecnico-tattico;
- intelligenza strategica del tracciato (embusen).

Nel kata la gestualità è multiforme e si deve concretizzare attraverso un dinamismo motorio polivalente, ove la varietà dei gesti originari dell’arte marziale e le azioni acrobatiche si fondono, dando luogo ad una nobile espressione formale dalle connotazioni specifiche. 
Un kata è da ritenersi globalmente significativo quando la sua struttura è tale da lasciar trasparire un ordito tattico sufficientemente complesso e un configurazione che nasce da un orientamento strategico finalizzato al combattimento contro più avversari.

Il Kata, che significa "forma", "sequenza tecnica", riguarda l'analisi e lo studio delletecniche di Karate messe in pratica senza avversari (a vuoto) mettendo in risalto la precisione tecnica, la potenza ( intesa come prodotto della forza per la velocità) con cui vengono eseguite le tecniche. Esso racchiude in se, oltre ad elementi propriamente visivi, anche significati educativi più profondi.
Il Kata rappresenta un'insieme di attacchi e di difese codificati in un ordine prestabilito da grandi esperti. Essi vengono studiati per meglio comprendere l'essenza di uno stile, e sono praticati sia per ottenere un perfezionamento tecnico che per la bellezza del gesto. Possono definirsi come la "coreografia" dell'attacco e della difesa, o le forme rituali delle tecniche e dei movimenti.
Nei Kata sono raccolte quasi tutte le tecniche di attacco e di parata, oltre ai numerosissimi spostamenti esistenti nel Karate.

Eseguendo il Kata, l'atleta deve seguire un 
tracciato prestabilito, rispettando scrupolosamente 
precisi parametri esecutivi:


- Tecnica (precisione del gesto codificato); 
- Potenza (intesa come prodotto della Forza per 
la Velocità);
- Kimè (capacità di contrazione e decontrazione muscolare);
- Ritmo (con cui si eseguono i combattimenti immaginari o codificati);

-Espressività (se si tratta di Kata individuale), cioè la capacità di comunicare attraverso i gesti tecnici la propria personalità e la propria creatività;
- Sincronizzazione (se si tratta di Kata a squadre

Questi parametri determinano l'indiscussa superiorità tecnica di una prova rispetto ad un'altra.

Dal punto di vista sportivo, le gare di Kata prevedono l'esecuzione di varie prove (kata) che vedono a confronto due atleti (o due squadre) contraddistinti dalla cintura rossa o blu. La gara si svolge con la prova della cintura rossa, seguita dalla prova della cintura blu. A conclusione delle due prove i giudici, che possono essere 3 o 5, valutano il confronto considerando le caratteristiche sopraccitate, e danno il proprio giudizio mostrando la bandierina rossa o blu.

Nelle gare di Kata a squadre, inoltre, si esegue anche un Kata di libera composizione (ideato dagli stessi atleti) con la successiva applicazione (BUNKAI). Questo è uno dei momenti più spettacolari, in quanto la prova di applicazione ha il fine di saggiare la validità del kata inteso come combattimento codificato. Se tale combattimento si identifica in un repertorio di gesti, codificati tecnicamente e tatticamente in modo intelligente e realistico, economico ed efficace, tanto da apparire significativo nei suoi vari aspetti, ciò vuol dire che esso possiede una sua reale identità e dignità. 
Possiamo quindi sostenere che il Kata riassume tutto ciò che l'atleta impara durante la pratica quotidiana, e permette di verificare i progressi ottenuti nel corso degli anni.

 

Bunkai

 

Il Bunkai è lo studio analitico e dettagliato per parti dell'intera struttura del Kata.
Tutti i movimenti vengono analizzati nelle loro parti essenziali.
Letteralmente la parola Bunkai significa "scioglimento in parti" anche se viene più comunemente intesa come "applicazione delle tecniche contro avversari".
Il Bunkai richiede l'adeguamento dell'atleta alle distanze e ai ritmi che sono stabiliti da avversari concreti, anche se tutto si svolge in base alla preventiva consensualità aderente allo schema del Kata appena eseguito.

Infatti posso dire, per esperienza, che mentre nel Kata si lavora su quelle che sono le mappe cognitive "rigide" (closed skill), dove l'atleta stabilisce i suoi ritmi ed organizza la propria espressione motoria sulla base della sue capacità propriocettive, nel Bunkai si assiste ad una sorta di "sceneggiatura" spettacolare dove l'atleta organizza la propria espressione motoria sulla base delle sue capacità esterocettive (open skill) in simbiosi con gli avversari. Le tecniche e le loro combinazioni devono possedere efficacia motoria ed essere significative riguardo alla combattività.

Dalla struttura, realizzata a monte su base strategica, deve emergere un quadro tattico intelligente. Gli spostamenti effettuati sulla configurazione del tracciato di esecuzione (embusen) devono fondarsi sull'economicità del gesto. Le parate dovranno essere dosate e variate nella loro natura in funzione delle diverse situazioni ed esigenze di combattimento.
Gli attacchi devono essere sempre mirati per colpire in modo ottimale i punti vitali.

TECNICHE